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Febbraio 2011

La voce dell’anima …

            “Da mihi animas et cœtera tolle”, dammi anime e toglimi pure il resto, è l’invocazione accorata che san Giovanni Bosco, amico dei giovani, soleva rivolgere al Signore.

Dammi anime … in un mondo che corre, con giornate sempre più frenetiche, tra gli impegni più disparati, la scuola, la palestra, gli allenamenti, lo studio, il lavoro, la casa, la famiglia e gli altri interminabili appuntamenti in agenda, sentire parlare di anima sembra un po’ strano.

            Pur immersi nelle cose che ci circondano, un’inquietudine profonda, apparentemente sopita, sembra continuamente sussurraci e ricordarci che non siamo fatti solo di materia, che l’uomo non è solo ciò che mangia, ma che portiamo nel cuore una sete di Infinito, una nostalgia di un Altro che può rispondere ai nostri desideri più reconditi e alle nostre attese più intime.

            Se imparassimo a sederci più spesso ai bordi del Silenzio, come ci ricorda uno scrittore moderno, non tarderemmo a sentire una voce che parla dentro di noi, è la voce dell’anima e dice: ho bisogno di Dio!

            Abbiamo bisogno di Dio per vivere appieno, abbiamo bisogno di Dio per essere umani, abbiamo bisogno di Dio per essere grandi.

            E’ l’intuizione profetica di tanti santi, di San Giovanni Bosco che ha “costruito” uomini ripartendo dalle loro anime.

Se un giovane è aiutato a costruire la sua vita a partire dall’anima, non potrà che divenire un uomo vero capace di riconoscere e gustare il cuore della vita. Non un cammino verso il nulla, ma un’occasione preziosa, un viaggio che trova nell’Amore la sua strada e la sua meta.

Tra tante case grigie, l’Oratorio, è casa di luce e di colori che vuole ricordare ad ogni bambino, ad ogni ragazzo, a chi è vicino, a chi è lontano: hai un’anima! Prenditene cura!

            Abbiamo bisogno di “costruttori” di anime. Di genitori capaci di generare i propri figli non solo alla vita biologica, che sembra esaurirsi nei confini dello spazio e del tempo, ma anche a quella vita spirituale e soprannaturale che non conosce tramonto e che instilla in noi, già qui oggi, la vita di Dio, seme di eternità.

            Abbiamo bisogno di animatori sempre più veri, capaci veramente di animare, di dare un’anima, un respiro diverso non solo alle cose che fanno, ma prima ancora alle persone che incontrano.

            Abbiamo bisogno di anime grandi, cresciute alla luce del Vangelo, che possano aiutare a crescere altre anime.

            Abbiamo un anima, prendiamocene cura: attraverso una vita spirituale sempre più profonda, alimentata dalla preghiera che deve scandire le nostre giornate, dalla Confessione frequente, che continuamente ci riporta all’originale bellezza che Dio ha pensato per noi; dall’Eucaristia che ci sostiene nel cammino e ci conforma sempre più a Dio che abbiamo incontrato; dalla Parola meditata che segna il passo della vita; dalla direzione spirituale che ci porta a scoprire nel dialogo sincero il progetto che Dio ha su ciascuno di noi.

            Una vita spirituale intensa, un’anima grande è il primo dono che possiamo fare al fratello che incontriamo.

don Fabrizio





Settembre 2010

Una GrandEstate … davvero Sottosopra

  Sottosopra, come in cielo, così in terra … il tema di questa GrandEstate in oratorio.
  Una GrandEstate di nome e di fatto. Grande, per le tante iniziative che hanno visto coinvolto il nostro oratorio: dal Grest, al torneo Tuttinpalla; dal campo scuola a Pinarella di Cervia, all’esperienza per adolescenti e giovani in Austria; dai campi scout, al campo Acr per poi concludere o ricominciare con il Campo Amicizia.
  Grande anche per la risposta che le diverse iniziative hanno avuto: decine e decine di ragazzi hanno esperimentato la bellezza del sentirsi Oratorio che vive e cammina.
  Diverse le esperienze, ma unico il filo conduttore: portare i giovani a Dio e Dio ai giovani. Questo il primo e grande obiettivo che da anima e vita non solo all’Oratorio, ma ad ogni credente che in esso vive e sceglie di impegnarsi.
  Nelle tante giornate, accanto ai giochi, alle sfide, ai tuffi, alle passeggiate tra i monti o alle gite di sapore tutto culturale, hanno trovato spazio momenti di silenzio, riflessione e preghiera dove veramente il cielo si è fatto terreno … Dio è entrato ancora nella nostra storia con la sua Parola, sempre nuova e suadente per chi l’accoglie con stupore e disponibilità.

  Settembre è tempo di vendemmia … forse non vedremo subito il raccolto, ma confidiamo che il tanto bene seminato possa portare frutto … d’altronde, ci ricorda Gesù nell’Evangelo, come e quando il seme germogli, nemmeno il contadino lo sa.
  Se il tempo del raccolto è nelle mani di Dio, è certo per noi il tempo del Grazie: alla sua mano che sempre ci ha guidato e al suo sguardo che ci ha accompagnato.
  Alle famiglie che hanno creduto e credono ancora nell’Oratorio come casa educa e fa crescere alla scuola del Vangelo.
  Ai tanti animatori che con dedizione e generosità hanno saputo spendersi per i fratelli più piccoli, silenziosa testimonianza di una gioventù che è capace ancora di entusiasmarsi, costruire e vivere all’insegna della gratuità e dell’amore …
  A tutti i ragazzi, che sono la nostra gioia e che, con la loro allegria, ci hanno ricordato le parole del salmo “Quanto è bello e gioioso che i fratelli vivano insieme”.
  Alle tante persone che, nell’ombra, con discrezione, ci hanno aiutato e accompagnato.
  Alla comunità delle suore che, in diverse occasioni, ci ha ospitato e ci ha fatto dono della presenza di suor Rosa alle uscite del Grest.
  Da ultimo, ma non per ultimo, un grazie anche a don Giacomo che, fra i tanti impegni, ha sempre trovato il tempo per farsi a noi vicino, macinando talvolta centinaia di chilometri anche solo per dirci “Ciao”, a Cremona, Pinarella, Gromo e perfino a Salisburgo.
  Si chiude davvero una GrandEstate, ma si apre un altro Grande Anno che il Signore ci dona … possa veramente essere anno di grazia da vivere tutto in Oratorio, casa di comunione, ove ogni presenza è davvero dono!

 

don Fabrizio





Settembre 2010

Il nuovo logo dell’Oratorio

“Anno nuovo, vita nuova”, recita il proverbio.
E così anche il nostro Oratorio, all’inizio del nuovo anno pastorale, ha voluto vestirsi di nuovo con un proprio logo. Un’immagine che, in breve, potesse dirci qualcosa di grande.
Pensa e ripensa, giovani menti sono giunte alla conclusione: un ponte, con una Croce che si tramuta in acqua fluente.
Il ponte, perché volevamo un elemento che ci ricordasse Gavardo e questo potrebbe essere ovvio, ma non solo per questo …
Il ponte è simbolo di relazione e di unità, proprio come l’Oratorio che è casa della relazione e della comunione; ci richiama anche il ponte generazionale, quell’unione che ci deve essere tra le diverse generazioni che in Oratorio s’incontrano, vivono e si arricchiscono reciprocamente.
Ma il ponte, per noi cristiani, è anche simbolo di Gesù: Egli è l’unico vero Pontefice che collega la terra al Cielo per sempre.
Per Lui, il Cielo è disceso sulla terra e, ancora per Lui, la terra, che siamo noi, può salire al Cielo. Ci ricorda a questo proposito S. Ireneo di Lione, Padre della Chiesa dei primi secoli, “Perché Dio si è fatto uomo? Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio”.

Sotto questo ponte, scorre copiosa dell’acqua … E’ l’acqua della grazia, della vita, dei sacramenti e dei tanti doni di Dio che soli possono arricchire l’esistenza umana, sempre alla ricerca di quella Verità che dona la felicità.
Essi sgorgano dalla Croce, antica sorgente, segno del Cristo, vera Acqua viva. Di questi doni facciamo esperienza nell’Eucaristia che genera, nutre ed edifica la comunità cristiana. Essa ha piedi in terra, ma cuore in cielo e, come pellegrina, abita in tutto il mondo … anche in Oratorio.

Una piccola immagine per dire qualcosa di grande, ma soprattutto qualcosa di vero.


don Fabrizio



 

 

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Parrocchia SS.Filippo e Giacomo